aprile 16, 2012
jamesblog mi parla spesso di un suo collega supereroe; si chiama Kenji Yanobe e viene dalla Giapponia.
Il suo costume è tutto giallo ed è stato realizzato da Yanobe stesso per proteggersi dalle radiazioni nucleari. Per testare la resistenza e l’efficacia del proprio costume, Yanobe è stato a Pripjat’, la città ucraina confinante con la centrale nucleare di Cernobyl in Ucraina.
In questa foto lo vediamo davanti alla ruota panoramica che, ancora oggi, quasi in maniera beffarda svetta in maniera spettrale nel mezzo di questo deserto atomico.
Pripjat è stata evacuata immediatamente dopo l’esplosione di uno dei reattori e fin da subito è divenuta una città fantasma.
Tutto si è fermato…anche gli autoscontri…
Ufficialmente l’incidente di Cernobyl ha causato 65 morti, ma è impossibile quantificare il numero esatto delle vittime dei tumori che possono essere ricondotti all’esplosione del reattore 4
Addirittura Greenpeace ha presentato uno studio che attesta a 6 milioni (!) il numero di morti che nell’arco di 70 anni (dal 1986 al 2056) saranno da imputare a quel tragico incidente.
Dopo pochi anni dalla tragedia, passata l’emergenza, ma non le radiazioni nucleari, circa 400 persone sono tornate ad abitare a Pripjat’, perché il legame con la propria terra, seppur avvelenata dalle scorie, e la disperazione di una mancanza di alternativa hanno prevalso.
Tornare in quella città significa di fatto condannarsi ad un lento suicidio.
Le analisi ufficiali dicono che quella terra tornerà ad essere abitabile e coltivabile solamente fra 600 anni. Nonostante ciò nel silenzio queste persone sono sfuggite ai controlli ed hanno varcato lo sbarramento della zona di alienazione.
Di questa storia e di questi abitanti ne parla il romanzo del supereore Javier Sebastian “Il ciclista di Cernobyl”. I “samosjol” ovvero “quelli che sono tornati alle loro case” vivono la città deserta, in compagnia delle scorribande degli sciacalli e di qualche macabra carovana turistica. Il libro è anche un tributo a Vasilji Nesterenko, il fisico nucleare che provò a denunciare la continua opera di minimizzazione dei danni provocata dalla più grande catastrofe nucleare della storia.
E allora grazie a Javier Sebastiàn e a Kenji Yanobe, supereroi che, come jamesblog portano verità pace e giustizia nel mondo.
Pubblicato da michiamoblogjamesblog in LE AVVENTURE DI JAMESBLOG Tag:cernobyl, radiazioni, samosjol, yanobe